IN VELVA LITTERAE: AI MARGINI

Velva è un paese nell’entroterra ligure della Val Petronio, qui avrà luogo la terza edizione del festival letterario In Velva Litterae.

L’Associazione culturale LibriDa quest’anno ha ritenuto opportuno dedicare il festival a coloro che vivono, per qualsiasi motivo, ai margini della società: poveri, omosessuali, donne, persone affette da dipendenze e…artisti.

Ci si è infatti resi conto che il concetto di arte sta cambiando velocemente e che, se da un lato si arricchisce degli apporti e delle influenze di un mondo globalizzato, dall’altro si trasforma rendendo propria la tecnologia e i suoi supporti.

Corpo e decorazione

Di questa commistione ci parlerà la dott.ssa Luana Todde, nativa digitale; la giovane artista è attenta alla manualità come espressione artistica e al colore come materia in grado di comunicare emozioni; tema della sua personalissima ricerca è “il corpo come elemento decorativo” perché

la decorazione è da sempre relegata a un ruolo minore rispetto alle arti nobili.

 

 

Poesia, margini e deserto

Arte marginale è considerata, in questa società definita liquida da Zygmunt Bauman, la poesia; non si offenderà il filosofo se utilizzo la sua definizione paragonando la poesia a una

vox clamantis in deserto

 

ove per “deserto” intendo il vociare spasmodico di facebook in cui spesso le persone condividono senza pensare e i poeti liberano la poesia nella speranza che sia letta e che faccia breccia.

Di questo ci parlerà Francesco Brunetti, autore e poeta di Chiavari che presenterà le sue poesie attraverso la contaminazione multimediale.

Del deserto vero e proprio, delle sue tempeste e delle violenze silenziose che vi avvengono darà testimonianza Ibrahima Diallo attraverso il romanzo Brandelli Blu Mare  edito su Amazon.

Distopia e fuga

Il tema della fuga e della ribellione viene trattato dalla scrittrice esordiente Camilla Ferroni, che nell’occasione esporrà alcuni suoi quadri. Attraverso una distopia avvincente, Semi di guerriglia, l’autrice ci coinvolge in una paratassi che  scaturisce dal respiro del protagonista: veloce, a tratti confuso e a tratti deciso, non ancora sconfitto dallo Stato totalitario in cui si trova a vivere. Si tratta di un romanzo forte e possente come il tratto grafico della pittrice che sembra eleggere il corpo maschile come possibile ribellione al silenzio e all’accettazione della fine del diritto.

continua…

Rosa Johanna Pintus

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