Il ministro bovino e l’Italia dell’abbrutimento-PoliticaCultura

Lo osservo, il ministro bovino, nel suo tweettare continuo e incandescente. Seguirlo è semplice: non richiede sinapsi. Parla a slogan e dà di sé l’immagine del duro e puro. Quasi quasi è meglio del Duce, che aveva una virilità così possente da non doversi neppure togliere gli stivali: un’ars amatoria un po’ rude che può piacere alle donne di quella parte politica. Ora si veste da poliziotto, quasi la polizia fosse cosa sua. Rivendica l’ordine e tuona contro l’immigrato nero, brutto e cattivo.

Non protesta per Lodi, gli conviene sia così: la sua gente lo ama. Al suo fianco i triumviri si oppongon debolmente; Di Maio tace, lascia che il bovino gli porti via voti. Del resto anche Gigi ha un volto bovino, e il cuore docile di una mucca diretta al macello. Si spera in Conte, che ha studiato e che è cristiano.

Perché che Salvini abbia fatto il classico, io non lo posso proprio credere: il liceo classico apre la testa mentre quella di Salvini è chiusa come una mandorla di Sicilia. Lo confronto con Fini, di destra ma elegante. Era pericoloso perché sapeva parlare, decidere, pensare. Mi piaceva Fini, il nemico perfetto: un macellaio vestito da duca che non ha fermato l’operazione Diaz. L’ho odiato e nel contempo mi affascinava. Come Maroni, che si trovava dalla parte sbagliata e, se lo avesse avuto la sinistra, non si sarebbe autodistrutta.

Riconosco il valore degli avversari, non riconosco il valore di Salvini se non nella sua bovinità. Mi chiedo dove sarebbe il ministro adesso senza i voti di Casa Pound. Già, Casa Pound che a modo suo ha una visione eroica, quasi epica della vita. Salvini invece è il niente, è la democrazia della mediocrità che mira a trasformarsi in dittatura. E la dittatura serve per nascondere il disordine estremo di uno Stato che sta morendo. Prima gli Italiani, certo: quelli che non pensano, quelli che leggono solo i social e per parole chiavi. Siamo all’esaltazione della frase nominale mentre in principio era il verbo.

Rosa Johanna Pintus


Un viaggio per cinque: Mothé e il low cost culturale-politicacultura

Sostiene Daniel Mothé che la felicità dell’uomo sembra direttamente proporzionale all’utilizzo del tempo libero ma il low cost culturale non esiste( L’utopia del tempo libero)!

L’autore dimostra infatti che questo principio è valido soltanto per le classi medie dei Paesi ricchi: solo una cerchia ristretta di persone accede al divertimento.

Mothé scrive questo alla fine degli anni Novanta, in un momento in cui alcuni movimenti politici ritenevano di poter arginare il problema della disoccupazione con l’aumento del tempo libero.

E forse, nel caso dell’Italia, fu proprio lì che cominciò a delinearsi un netto distacco tra la casta politica e il proletariato: i ristoranti sono sempre pieni, l’Italia lavora e la recessione è una menzogna, diceva qualcuno con lo stesso atteggiamento di Maria Antonietta!

Non consideriamo l’aumento del tempo libero come un mezzo economico per riassorbire la disoccupazione!- tuonava l’autore– Chiediamoci come sarà utilizzato questo tempo da coloro che non possono accedere ai beni ludici e culturali. Se lasciamo lo spazio del tempo libero al mercato privato senza aiutare i più sfavoriti, esso contribuirà a rafforzare le ineguaglianze sociali.

Mothé aveva ragione; non c’è bisogno di particolari dimostrazioni, ma vediamo come una famiglia di classe sociale media può trascorrere il tempo libero: prendiamo la mia.

Mio marito lavora in un supermercato e io insegno: abbiamo entrambi uno stipendio fisso, ci paghiamo il nostro mutuo e abbiamo tre figli che fanno attività sportiva.

Dunque non siamo poveri ma siamo comunque esclusi da una serie di divertimenti culturali.

Mi sarebbe piaciuto, per esempio, portare i miei figli al Carlo Felice a vedere West Side Story, certa che il bonus docenti (NB non il mio stipendio) me lo avrebbe consentito.

Il Teatro Carlo Felice non accetta il bonus per i musical; i posti più economici, definiti dal teatro stesso a ridotta visibilità, costano 40 euro l’uno (noi siamo in cinque: 200 euro).

Se cliccate sul link “a ridotta visibilità”, vedrete perché-a mio parere- l’arte deve essere accessibile a tutti.

Comunque, escludiamo l’ipotesi teatro e non mi perdo d’animo: “200 euro al Carlo Felice per un’ora e mezza di musical non mi pare il caso; perché non prendiamo il Freccia Rossa e ce ne andiamo a Roma?”

L’idea del cappuccino davanti al Colosseo mi pareva cool, terapeutica considerato che abbiamo passato le vacanze in casa falciati dall’influenza.

Comincio a guardare sul web e mi accorgo che un cappuccino a Roma mi costa almeno 387 euro, l’idea della città d’arte si allontana ma io ormai ho deciso di partire.

La soluzione arriva e prenoto in last minute su booking!

Un appartamento a Frabosa Soprana, solo per una notte, finalmente accessibile: guarderemo la neve e, per dirla con il nostro Mothé, la TV.
Gli spettacoli della televisione sono gratuiti, il loro consumo è senza limite; Non implicano sforzo personale o collettivo, per questo hanno un vantaggio enorme rispetto alle altre attività che richiedono sforzi intellettuali.

Chissà se Mothé, all’epoca, già immaginava la società di adesso, caratterizzata da:

  • un linguaggio depauperato;
  • una crescente precarizzazione del lavoro;
  • un’enorme disuguaglianza sociale tra chi vive in centro e chi vive in periferia;
  • un’esasperata lotta tra poveri europei e poveri extracomunitari che porta a un nazionalismo becero e disperato.

Tutto questo non sarebbe accaduto se la cultura fosse stata accessibile.

Rosa Johanna Pintus


Generazione 2000: youtubers e Destra renderanno l’Italia un regno romano-barbarico

C’è una generazione che vede l’appiattimento progressivo dei propri neuroni: quella dei Duemila.

Le cause

Le cause sono molteplici e ne siamo un po’ tutti responsabili, in particolare noi degli anni Settanta, famosi indaco che avremmo operato un cambiamento epocale. In effetti dal Commodor 64 al fenomeno degli youtubers sono stati fatti dei passi avanti ma, del perché o del come siano stati fatti , direbbe Gabry Ponte, “che ne sanno i 2000?”

Ogni passo avanti ha però distrutto quei diritti che i nostri nonni e le nostre nonne avevano conquistato col sangue; diritti sui quali ci eravamo adagiati senza pensare troppo, diritti dati per scontati e perduti in seguito al susseguirsi di finanziarie impietose; finanziarie che hanno colpito in modo violento soprattutto la Scuola: ricordo che ci furono anni in cui, gli allora presidi, invitavano i docenti a non bocciare perché altrimenti avrebbero perso la cattedra.

Per non perdere classi si è cominciato a regalare una sorta di sei politico a tutti.

Per non perdere classi e non per la scuola inclusiva.

Così la figura dell’insegnante ha perso credibilità e dignità e, per un certo periodo, si è pensato persino di sostituirla con un qualche computer.

Perché, è vero, il computer è seduttivo e ipnotico.

L’insegnante non è stato sostituito ma la baby-sitter sì, da you tube.

In un ventennio si è passati dall’arte alla lobotomia, in un ventennio giacque, ruina immensa, l’italica virtute.

L’operazione è stata semplice: si è passati dalle tette del Drive In alle tette di Lara Croft e, da lì, non c’è neanche stato più bisogno di tette per ridurre quel che restava dei maschi a schiavi dei giochi virtuali.

Le femmine, meno sensibili al fascino della play station, hanno resistito fino a che non hanno scoperto i social e, soprattutto, whatsapp.

La conseguenza

Già da infanti i Duemila si sono trovati in un mondo di mamme che chattavano durante l’allattamento e padri persi in giochi on line.

Le fiabe hanno ceduto il posto a youtubers e il pensiero ha smesso di scorrere. 

Uno dei motivi per i quali questa destra è salita al potere è proprio l’incapacità di pensiero delle generazioni di fine Novecento e inizio del nuovo millennio: generazioni a cui la rete ha suggerito pensieri preconfezionati e tweet a slogan.

Infatti le capacità attentive dei nati in questo periodo sono estremamente ridotte, tanto che, nel campo dell’intrattenimento, youtubers maschilisti, maleducati e sciocchi hanno soffiato il posto a DJ professionisti.

Essere madri o padri oggi, se non si segue la massa e se ci si oppone all’abbrutimento del pensiero, è un incubo e tenere i figli lontani dalla rete è impossibile; eppure i danni dell’esposizione degli adolescenti a internet sono ormai noti a tutti, allora perché non riusciamo a staccare i nostri figli dalla rete?

Come vivono questi ragazzi?

Scuola, You Tube, studio, sport, youtube.

You Tube anche con gli amici al parco dove forse forse…sarebbe più salutare una canna.

La dipendenza

Molti genitori non si accorgono della IAD (internet addiction desorder) o della SCA (sindrome da cellulare acceso).

Ivan Goldberg aveva già dato l’allarme nel 1995 ma il suo grido era rimasto sordo perché, su internet, si stava scoprendo una miniera d’oro. Ben presto le conseguenze furono evidenti ma non vennero divulgate con la giusta attenzione.

La generazione dei Duemila soffre di IAD o di SCA ma noi non ce ne accorgiamo e confondiamo il disturbo con la crisi adolescenziale.

Bisogna invece aprire gli occhi e tener presente che queste sindromi sono caratterizzate dalla riduzione di interessi differenti da internet e agitazione, pensieri ossessivi, violenza nei confronti di chi impedisce l’utilizzo della rete.

Bisognerebbe avere il coraggio di affermare che l’esposizione alla rete produce gli stessi danni dell’eroina perché ti uccide dentro, perché è un viaggio in una realtà di illusioni senza futuro.

Perché nessuno aiuta?

A nessuno però interessa affermarlo, anzi! In questo momento la rete è manna perché, semplificando il pensiero, rende i giovani manipolabili. La diade youtubers e governo gialloverde, accomunata dal periodo storico e non necessariamente dal pensiero politico, acquista sempre più consensi.

Per fermare l’orda barbarica dei carnefici  dei nostri figli occorrono una forza e una determinazione sovrumane: occorre lasciarsi attraversare dalla rabbia dell’altro e cercare di restare in piedi.

Bisogna tapparsi le orecchie e lasciare che la crisi passi.

Bisogna dimenticare se stessi per salvare i figli.

Bisogna, anche se sarebbe più semplice far finta di nulla perché quando è su internet “è tanto bravo!” e poi…”che fa di male?”

Semplicemente si uccide.

Perché la politica non prende una posizione decisa su questo problema?

Perché la rete è manna: la semplificazione del pensiero rende i giovani manipolabili.

Meglio colpire la Scuola, svalutare i titoli di studio, creare il vuoto intorno a chi si oppone.

Del resto, la diade youtubers e governo gialloverde, accomunata dal periodo storico e non necessariamente dal pensiero politico, acquista sempre più consensi e ci si trova in un mondo in cui l’insulto è un accettato intercalare, la lingua italiana è un’opinione non troppo importante ma l’italianità va assolutamente difesa dal barbaro invasore nero.

Le frontiere si chiudono.

I cervelli si chiudono.

Siamo in una curtis medioevale in cui per un po’ di internet siamo disposti a qualsiasi corvée.

Ma attenzione: la rete imprigiona i pesci piccoli.

Siamo così sicuri di voler dare i nostri giovani in pasto a pescatori senza volto?

Rosa Johanna Pintus

 


Il tango indecente della Lega e i Cinque Stelle

Devo dire che sono stata parecchio tempo senza scrivere; in parte non sono stata bene e in parte ho dovuto studiare ma mai ho smesso di osservare, annichilita, il tango indecente tra la Lega e i Cinque Stelle. Un tango molto pericoloso, soprattutto in considerazione del fatto che i pentastellati sono passati dall’odio furente all’amore sconsiderato verso un partito antico e marpione.

Quello che non si può negare a Salvini è di essere un seduttore, nel senso etimologico del termine ove se duco significa condurre a sé.

E a sé la Lega ha condotto tutta quell’Italia che aveva bisogno di riconoscere un capo e di individuare un nemico: se si pensa che il 4 marzo la Lega aveva un misero 17% risulta evidente il modo illegittimo in cui si erge a duce d’Italia.

I Cinque Stelle, senza la Lega, avrebbero potuto essere un buon partito e davvero portare l’Italia a quel cambiamento di cui aveva bisogno e per il quale erano stati votati. Però, vittima di Eros, il partito-movimento ha perso la sua essenza tanto che Grillo, un Grillo che pare il vecchio Cadmo (gli mancano giusto l’edera e il sistro), si definisce non antifascista.

Intanto le destre proliferano come topi per le strade: gruppi di ragazzotti ignoranti si permettono di fare le ronde in un’Italia che va allo sfascio e che si riconosce nazionalista, razzista e fascista.

Pensare fa male

A differenza di molte persone di sinistra, io non schifo gli ambienti di destra e anzi, di tanto in tanto, ho interessanti discussioni con loro; mi ha colpito la dichiarazione di un ragazzo ben vestito e più giovane di me di una decina d’anni:

Voi di sinistra non giungerete mai a un accordo, pensate troppo; per noi pensa il nostro capo e basta questo perché ci fidiamo.

E’ un pensiero disarmante quello che porta a identificare il pensiero come un elemento di disturbo; chi mi parlava non era stupido ma sapeva che il suo compito era quello di porsi al servizio di un obiettivo collettivo senza alcuna posizione critica.

La Destra, a differenza della Sinistra, ha i suoi guerrieri belli ed heavy metal: sa infiammare gli animi, riesce evidentemente a far sognare le masse. La Sinistra, che ebbe invece eroi veri, si è ridotta a un gruppo di colletti bianchi che discute in salotto teorie dal lessico ricercato. La Sinistra ha dimenticato che:

Tutti gli uomini sono per natura egualmente liberi e possiedono certi diritti innati come la ricerca e il conseguimento della felicità e della sicurezza.

Una sinistra da salotto

La Sinistra renziana ha protetto soltanto il diritto dei pochi a proprietà sempre più grandi e non si è accorta dei grandi drammi che avvenivano nelle periferie, delle piccole o grandi ingiustizie che gli Italiani più poveri ritenevano di subire perché non preparati a capire il cambiamento del mondo.

La Sinistra ha costruito ghetti di cemento che hanno incanalato la loro rabbia a Destra perché è più facile prendersela con un gruppo di zingari e di negri che con la Casta.

E continua, la nostra Sinistra, a utilizzare un linguaggio incomprensibile per il popolo perché il popolo non conosce più il linguaggio: ne è stato privato fin dalla prima infanzia con le promozioni facili e ingiuste o le bocciature vendicative ma non educative; certa Scuola le sue responsabilità le ha tutte e il disordine convulso di alcune classi ha portato al desiderio di un ordine estremo.

Ne è stato privato quando si è smesso di investire nella Scuola e si è tolta dignità agli insegnanti dai salotti di una Sinistra che mandava i figli in scuole eccellenti a discapito del popolo.

Così il linguaggio, quello che serve per capire, è stato annullato in nome del quieto vivere, della paura dei contenziosi, della perdita delle cattedre.

In una sorta di Repubblica di Weimar delle risorse umane, l’elettorato ha scelto i populisti.

Anche io perché quella sinistra non la reggevo più.

Potere legittimo o illegittimo?

E’ bastato il 17% dei voti e il silente consenso del PD che ha permesso che tutto accadesse perché non voleva entrare in conflitto col carismatico Renzi.

Che dire? Abbiamo bisogno di altre manifestazioni per ammettere di essere ripiombati nell’incubo?

Abbiamo visto lo stupro della nostra Costituzione giorno dopo giorno, una costituzione-la nostra- scritta per salvaguardare il diritto di chi è diverso da noi.

La questione dei bambini di Lodi, esclusi dalla mensa o dagli asili è stata disgustosa; la vicenda del sindaco di Riace è scandalosa (il confino! Come Carlo Levi!); per non parlare del balletto delle navi tra Malta, la Spagna, l’Italia!

Tutto ciò che accade, accade contro la Costituzione e siccome la Costituzione fa paura, chi a scuola ne parla è accusato di far politica!

E’ legittimo un potere che offende il testo-base delle nostre leggi?

Un’Italia malata, menadica, esterrefatta assiste all’indecente tango tra Lega e Cinque Stelle: ciò che era stato promesso viene negato, ciò che era stato negato avviene senza ostacoli poiché manca, del tutto, una seria opposizione.

E i Cinque Stelle, presi da folle amor, tradiscono se stessi.

Rosa Johanna Pintus

 


La notte del ministro spezzato: il ricatto dello spread

L’eutanasia in atto della democrazia italiana

La notte del ministro spezzato (d’obbligo il riferimento al film La notte delle matite spezzate di Hector Olivera) è avvenuta nell’indifferenza e nella giustificazione di certa stampa della mia ex sinistra.

Conte non inizia neppure a fare il Presidente del Consiglio, il suo governo non sta bene all’Europa.

Di quale Europa parliamo? Di quella democratica o di quella finanziaria?

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Se gli squali fossero uomini

 

Se gli squali fossero uomini, farebbero costruire nel mare enormi casse con dentro ogni sorta d’alimenti. Si preoccuperebbero che le casse avessero sempre acqua fresca e adotterebbero ogni tipo di precauzioni sanitarie: i pesciolini sani e allegri hanno un miglior sapore di quelli malinconici.

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La scuola in fallo: istruzione, distruzione e paure

Ritratto di una media

Angosciati, scontenti, sdraiati ti osservano. Ti provocano, ti irritano, ti scuotono e disegnano falli: sulle tende ignifughe e giallognole (quando ci sono), sulla lavagna o sulla porta o

sul moncherino che ne è rimasto. O incisi sui vetri. Ne ho viste tante di scuole e di adolescenti tantissimi: cambiando il ceto l’atteggiamento di base permane e il fallo resta, apotropaico e catartico. La scuola media è così: un triennio di scazzo e di rabbia, di braccia troppo lunghe che non si sa dove metterle, di ormoni che esplodono e di lacrime che cadono.

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